“Il teatro è il regno della vibrazione: a teatro ascoltiamo parole che producono vibrazioni; queste che vengano da Shakespeare o da Moscato, sono curative e producono pace.” Sono le parole di Ruggiero Cappuccio, direttore artistico del Campania Teatro Festival 2025.
La fondazione è nata nel 2008, realizzata con il sostegno della Regione Campania e organizzata dalla Fondazione Campania dei Festival. È presieduta da Alessandro Barbano, produce spettacoli, promuove la scrittura, le professionalità locali e contribuisce a esportare il patrimonio culturale regionale in tutto il mondo.
La rassegna multidisciplinare torna con più di 150 eventi programmati in 8 teatri napoletani: Mercadante, Teatro Nuovo, Sala Assoli, Sannazaro, Trianon, Politeama, Galleria Toledo e Teder; e 6 spazi di Palazzo Reale. Ma saranno protagonisti anche i teatri tra Ercolano, Salerno, Caserta e Benevento.
Il Festival rivolge la sua attenzione a spettacoli internazionali come Titizé al teatro Politeama, dal regista attore e coreografo svizzero Daniele Finzi Pasca (nella foto in pagina di Viviana Cangialosi) o ancora La mer a changè de coloeur di Julie Kretzschmar alla Sala Assoli.
Dedica poi una sezione alla Prosa Nazionale: il teatro Mercadante ospita (H)amleto, creazione del laboratorio teatrale di ragazzi con disabilità della compagnia Factory di Lecce; e al Teatro Sannazaro, La Principessa di Lampedusa, tratto dal libro di Ruggero Cappuccio, interpretato e diretto dall’attrice Sonia Bergamasco.
Abbiamo intervistato l’autore del libro e direttore artistico della rassegna.
La kermesse inoltre con la sezione Osservatorio e Quartieri di vita sidedica alle categorie sociali fragili: esempio significativo è lo spettacolo Fareteatro… oltre lo sguardo, nello spazio dell’Istituto Colosimo di Napoli, un progetto di Muricena Teatro con la regia di Raffaele Parisi, che coinvolge persone non vedenti e ipovedenti.
Qui anche la cronaca diventa teatro con: Notte a Teheran di Cecilia Sala e Bruno Fornasari e Netamiau perché sei morta-ingiunzione a una bambina di Marco Gobetti e Chiara Galliano, entrambi al teatro Trianon.
L’impegno sociale per questa edizione raggiunge il culmine con il titolo scelto per la rassegna: Battiti per la pace.
“Battiti per la pace è un invito a lottare pacificamente con sé stessi per trovare armonia, così da poterla estendere: in questo, ci aiutano le parole.” Così ci spiega Ruggero Cappuccio.
Per tutti i dettagli non perderti l’intervista e il podcast su Runradio.
Ginevra Guarracino