Poche volte nella storia musica e letteratura si sono fuse tra loro in maniera tanto raffinata e brillante come nell’esperienza della canzone d’autore in Italia. Un binomio tanto proficuo quanto sorprendente, che ha visto l’affermarsi di artisti del calibro di Fabrizio De Andrè, Franco Battiato, Francesco Guccini, Lucio Dalla, Francesco De Gregori: personalità di spessore, autori di perle musicali e letterarie.
Tra musica e parole, i tre libri della settimana orbitano intorno a questo tema: abbiamo un saggio sul cantautorato, un romanzo scritto da un cantautore e un libro che, invece, è stato d’ispirazione per uno di loro.
Con Barbara Della Salda, già discografica e oggi docente e co-coordinatrice del Master in Radiofonia al Suor Orsola Benincasa, abbiamo parlato del suo nuovo libro: La canzone d’autore in Italia. Pubblicato nell’ottobre 2024, il volume – primo di due – ripercorre la storia del cantautorato italiano, insistendo sull’impatto che ha avuto nella cultura degli ultimi 80 anni ed evidenziando quanto sia permeato nella trama del nostro Paese.
Su questa tematica, la professoressa terrà al Suor Orsola un ciclo di seminari dal titolo Trent’anni della nostra storia raccontati con le canzoni, che avrà inizio il 17 marzo.
Tra il silenzio e il tuono di Roberto Vecchioni è il secondo libro scelto per questa puntata. Autore di brani celebri come Sogna ragazzo sogna, Luci a Sansiro e Stranamore, Vecchioni è una delle personalità che meglio incarna il connubio tra musica e letteratura: è, infatti, noto anche con il soprannome di Professore, per la sua carriera da insegnante di italiano nei licei.
Pubblicato nel 2024, il romanzo Tra il silenzio e il tuono trae il suo titolo da un verso del brano Chiamami ancora amore, vincitore del Festival di Sanremo nel 2011. Opera particolarmente intima, affronta i temi della gioia e del dolore, della vita e della morte a partire dall’esperienza personale del suo autore, attraverso una raccolta di lettere scritte da “un ragazzo che cresce” a “un misterioso nonno che non risponde mai.
Non al denaro non all’amore né al cielo è uno degli album più celebri e apprezzati di Fabrizio De Andrè, che per la sua composizione si è liberamente ispirato alla raccolta poetica Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters.
Avvocato e poeta americano, Lee Masters pubblicò la sua Antologia nel 1915, ottenendo grande successo di critica e pubblico. Fu solo nel 1943 che Cesare Pavese, nella sua attività di editore, scoprì l’opera e la portò in Italia per farla tradurre da Fernanda Pivano e pubblicarla con Einaudi.
Il Chimico, il Matto, il Giudice, il Malato di cuore cantati da De André non sono altro che gli abitanti di un piccolo villaggio americano di inizio ‘900, di cui Lee Masters ha rievocato le torbide esistenze mettendo in versi le loro epigrafi, concedendogli un’ultima confessione priva, ormai, di ogni giudizio.
Per non perdere la puntata con l’intervista a Barbara Della Salda,
ascolta Run Radio!
Francesca Mainardi