Pordenone e il suo progetto Città che sorprende! sono l’argomento della quinta tappa del nostro viaggio tra le citta in lizza per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2027
Città del Friuli Venezia Giulia, a lungo è stata identificata nell’immaginario nazionale con le sue caserme e la sua vocazione industriale, di cui è comunque fiera. Ora vuole mostrare un nuovo volto, sorprenderci diventando un laboratorio culturale permanente nel Nord-Est.
Ma in che modo? Come ci hanno raccontato il sindaco Alberto Parigi e la project manager Lina Di Pietro, Città che sorprende promuoverà la crescita culturale e creativa della città ampliando le opportunità professionali e il sistema produttivo tradizionale, per garantire migliori prospettive di vita anche per le generazioni future.
Le città industriali come Pordenone non sono solo centri di lavoro, ma laboratori creativi in cui si sviluppano nuove forme di espressione.
Il suo programma si sviluppa su quattro pilastri principali: progetti landmark, di rete, territoriali, e sull’educazione.
Città che sorprende vuole coinvolgere gli abitanti nella costruzione del racconto e dello storytelling della città, in particolare le scuole e i giovani.
Pordenone rompe le convenzioni e offre esperienze che sfidano le aspettative del pubblico. Questo permetterà alla città incontri culturali unici e inaspettati.
La candidatura di Pordenone è stata ispirata al New European Bauhaus: aderire a questo metodo significa collocare la città in un quadro di politiche europee di sviluppo locale.
Il logo scelto per il dossier Città che sorprende si contraddistingue per la sua tridimensionalità: non bastano due dimensioni, è necessario osservare in profondità per scoprire tutte le sfaccettature di questa candidatura. Da qui nasce l’idea di una P come elemento grafico identitario.
Pordenone stupisce con i suoi angoli di città nascosta, il suo fiume immerso nel verde, ma soprattutto con la sua COOLtura.
Sorprenderà i giudici?
Ginevra Guarracino