La lezione di un maestro ci invita alla felicità

Play episode
Hosted by
redazione

Martedì 12 novembre, alle 16,15, nella storica Sala degli Angeli dell’Ateneo, gli allievi e gli amici dedicheranno una giornata di studi al professor Francesco De Sanctis, che ha ricoperto la carica di Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa dal 1993, negli anni in cui da ‘Istituto universitario di magistero’ monofacoltà, con poco più di 3mila studenti, il Suor Orsola diventava una prestigiosa Università, con tre Facoltà e i circa 12 mila studenti di allora.

Andrea Bixio, Roberto Esposito e Aldo Schiavone interverranno al seminario di studi introdotto dal Rettore dell’Unisob, Lucio d’Alessandro, accompagnati dalle letture di Valentina Carnelutti.

Difficile spiegare alla generazione zeta chi è Francesco Maria De Sanctis, erede e consanguineo del maggiore storico e critico letterario italiano del XIX secolo, e oggi professore emerito di Filosofia del diritto, per anni pilota di un’Università libera che ha vissuto rapidamente una crescita al di sopra della media, maturando un’eccellenza scientifica a confronto con i più importanti Atenei italiani e internazionali.

Ricerca e innovazione scientifica sono stati i punti di forza del rettorato di Francesco De Sanctis. Con lui sono passati nelle nostre aule i nomi più illustri del pensiero politico e storico: Giorgio Napolitano, Edgar Morin, Simone Veil, l’allora cardinale Ratzinger, costituzionalisti  come Paolo Grossi, Francesco Paolo Casavola, Giuseppe Tesauro e Francesco Amirante, magistrati impegnati in prima linea nelle battaglie dell’antimafia, da Pietro Grasso a Raffaele Cantone, da Antonio Ingroia a Roberto Scarpinato, e ancora, grandi giornalisti come Paolo Mieli e Giovanni Minoli, o grandi registi come Carlo Lizzani, Ettore Scola, Marco Risi, Manoel de Oliveira, Aleksandr Sokurov. Da studioso prima ancora che Rettore, Francesco De Sanctis ha lanciato spesso un interrogativo ai giovani docenti e alla comunità accademica, chiedendo e chiedendosi quale fosse il ruolo dell’Università sul territorio e nel contesto politico e sociale che afferisce al nostro quotidiano. Era ed è necessario – come più spesso ha detto e auspicato egli stesso – che l’Università sia parte della società civile riuscendo a evitare l’errore di restare una roccaforte chiusa in sé, che parla solo con se stessa, aprendola, invece, al dibattito con le forze vive della città, i suoi giovani, i suoi intellettuali, i suoi professionisti.

Gennaro Carillo, primo e filiale allievo di Francesco De Sanctis, professore ordinario di ‘Storia del pensiero politico’ al Suor Orsola Benincasa, ci spiega il significato del titolo dato all’evento, in una sinossi che raccoglie forse tutto il senso della vita: “A un ‘demone buono’ rinvia a una delle principali linee di ricerca di Francesco De Sanctis: quella relativa alla ‘eudaimonia’. L’etimo di questa parola greca, tradotta con ‘felicità’, implica una relazione buona, virtuosa, con il proprio daimon. Conciliarsi con il proprio demone, assecondarlo, significa essere felici. De Sanctis intrattiene una lunga fedeltà con la filosofia pratica. Ebbene, per Aristotele, la eudaimonia è il fine ultimo dell’azione umana. Ma, per noi allievi, a un demone buono vuol essere anche un augurio: che il daimon ti sia propizio, che tu sia felice”.

Ascoltiamo il podcast realizzato da Run Radio con l’intervento di Gennaro Carillo.

Daniela Cardone

Join the discussion

Subscribe