Ahongbonon, una laurea per combattere il disagio

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Il Suor Orsola Benincasa conferisce la laurea magistrale honoris causa in ‘Programmazione, amministrazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali’ a Grégoire Ahongbonon (nella foto di Fabio Burrelli), per molti il “Basaglia d’Africa” per il suo straordinario operato nella cura delle persone con disagio mentale in Africa Occidentale e in particolare Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Togo.

La cerimonia di proclamazione si terrà martedì 1° ottobre alle ore 10 nella Sala degli Angeli dell’ateneo preceduta dalla laudatio del professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea Nunzio Ruggiero e costituirà il primo atto del neonato Corso di laurea triennale in Scienze del servizio sociale.

Chi è realmente Grégoire Ahongbonon? Originario di un piccolo paesino a confine con la Nigeria, sconta direttamente sulla sua persona il dolore e il disagio di una terra tanto meravigliosa quanto tormentata e difficile come l’Africa. In questo paese la nudità e l’abbandono sono un tratto distintivo dei malati mentali che restano ai margini della vita, spesso segregati o legati a un albero in condizioni di estremo degrado.

Grégoire Ahongbonon si dedica in tutto e per tutto a loro, distribuendo cibo e coperte, alloggio, affetto e riconoscimento individuale, pur non essendo un medico, guidato unicamente dalla legge di Cristo.

L’operato di Grégoire Ahongbonon è uscito dai confini africani mettendo sotto la lente di ingrandimento un fenomeno di dispersione e una tragedia umana che ha interessato anche gli analisti e i centri di psichiatria occidentale. Un intervento di recupero da studiare ancora oggi nella sua esemplarità perché – ricordando Franco Basaglia – riporta dignità alla persona prima di soffermarsi sulla patologia e sulla dinamica della sofferenza.

“Questa laurea honoris causa -ha spiegato infatti il Rettore dell’Ateneo Lucio d’Alessandro – è un riconoscimento non solo ad un grande uomo ma anche a un grande Maestro, perché uno dei risultati più straordinari del suo modello di azione è la creazione di un vero e proprio modello formativo nel quale spesso sono gli stessi ex ricoverati a curare i nuovi arrivati, tanto che alcuni tra questi hanno anche conseguito la qualifica di infermieri”.

da.card.

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