Martedì 4 dicembre debutta in prima nazionale al Teatro Mercadante di Napoli Macbeth, la celebre tragedia di Shakespeare, nella versione del regista Jacopo Gassman, figlio del celebre Vittorio.
Dopo aver curato la regia della versione lirica di Giuseppe Verdi a Bologna, Gassmann ripropone la tragedia in prosa, invitando gli spettatori in una “discesa agli inferi”, mettendo in scena “il lungo viaggio di un uomo alle radici del male”. Ne emerge così una lettura fortemente psicologica, quasi freudiana: il racconto di un uomo in bilico tra bene e male, che si perde nella sua ambizione.
“Una tragedia del tempo”, la definisce Jacopo Gassmann, in cui lo sguardo di Macbeth è sempre proiettato verso il futuro, al punto da anticipare, in qualche modo, la scena successiva.
La lettura incredibilmente introspettiva dell’opera è poi ulteriormente consolidata dallo studio dei movimenti a cura di Sara Lupoli, per la quale, in questo caso, “il movimento scenico non descrive, non racconta: è il residuo fisico di un pensiero che implode”. Ogni movimento, infine, avviene in “uno spazio mentale plumbeo”, come lo descrive lo scenografo Gregorio Zurla. Un luogo oscuro in cui si consuma la tragedia di Macbeth, ma che si contrappone al bianco abbagliante delle visioni che provengono dalla sua mente.
A incarnare una delle coppie più celebri della storia del teatro – Macbeth e Lady Macbeth (qui nella foto di Ivan Nocera) – sono gli eccezionali Roberto Latini e Lucrezia Guidone, affiancati da volti altrettanto noti del panorama teatrale, come Nicola Pannelli, Gennaro Apicella e Olga Rossi.
Jacopo Gassmann ci invita ad entrare in quella che egli stesso definisce “una galleria dell’impensabile, dell’indicibile”, dal 4 al 15 dicembre al Teatro Mercadante.
Per saperne di più, ascolta il nostro podcast su RunRadio, con gli interventi in conferenza stampa del regista Jacopo Gassmann e dell’attore Roberto Latini.
Francesca Mainardi